martedì 9 aprile 2013

TuttoFaMedia

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Mad Men 6×01-6×02: The Doorway

Posted: 09 Apr 2013 08:45 AM PDT

E poi arriva quel momento della primavera in cui ricomincia Mad Men, la serie con i nostri rumori ambientali preferiti (macchine da scrivere, traffico newyorkese, cose così), la serie che sta sul pezzo anche se racconta storie di molti decenni fa, che non ha gli stessi problemi d’audience di Roberto Benigni e di Raidue e può permettersi di citare The Inferno come se niente fosse (“Did you read my Dante?”). La serie in cui gli anni passano e la gente cambia anche se poi, alla fine, non cambia mai. Vero Don, Dick o come cazzo ti chiami?

 

 

Mad Men


- Gentlemen, I remind you: this is my job (applausi).

 

 

The Inferno

 

 

Don è in vacanza alle Hawaii: si fuma i cannoni, mangia i budini, fotte dalla mattina alla sera e va ai matrimoni di gente sconosciuta. Bella la vita. Ah, adesso è diventato anche un signor intellettuale: legge The Inferno e si fa domande sul senso della vita (vabbé, questa non è una novità, come gli sbevazzi). Megan recita in tv (“I know you’re new to Berkshire Falls, but i can tell you, you just have a way”) e l’unica cosa che sembra interessarle è firmare autografi e avere qualche scena in più (quindi è questo ciò che volevi, Megan? Hai rinunciato a un posto da sogno come copy per una soappetta?) (La gente è pazza) (Megan, svegliati o farai la fine di Silvia Graziani, pluricornuta e con una figlia mezza suora).

 

 

mad-men-hair

 

 

Come qualcuno ben saprà, io e questo blog odiamo Betty Draper. Il suo nome ha anche dato vita a una sindrome, la Sindrome Betty Draper, appunto, per indicare tutte le storylines più inutili delle serie delle nostre vite (hai presente la figlia di Brody in Homeland, quella che per xmila puntate va avanti con quella storia dell’omicidio colposo di cui non fregava cazzi a nessuno, e che tu continuavi a guardare dicendo Sì, vabbé, ma ora succederà qualcosa, VERO?, e poi finisce nel, uhm, NIENTE? Ecco).
Però devo dire che sono contento per questo ritorno in pompa magna di Betty, dopo una stagione, la quinta, che vabbé, lasciamo perdere. Betty (e January Jones), sono “portatrici sane di cose pazze in una serie tv”, cosa che a quanto pare ormai è irrinunciabile, soprattutto in Mad Men.
Quindi, cara Betty, continua pure a spruzzarti panna in gola e poi sputarla, continua a suggerire a tuo marito stupri di ragazze minorenni con il tuo aiuto (“Se vuoi io la tengo ferma”), continua a cucinare il goulash con degli scappati di casa, continua a giocare a Federica Sciarelli e a farti i capelli a Liz Taylor, basta che NON ci dici cosa è successo alla tua FACCIA e che recapiti un messaggio a quella strafottente di tua figlia: ok, sei brava a recitare, ma attenta che stai camminando un po’ troppo sull’orlo dell’overacting per i nostri gusti.

 

 

Signora

Ma chi è questa signora indisponente?

 

 

Aria nuova in ufficio. Non solo le scale che portano al piano di sopra, non solo le tinte sempre più vive (viola su rosso fuoco: “Mi sto pentendo di non fare la foto a colori”), ma anche questa signora di cui non vogliamo sapere niente, e altre facce più o meno “Ehi, ma mi ricorda qualcuno”. Tipo la moglie del dottore, aspetta, ma io questa l’ho già vista. Certo, è Linda Cardellini? LINDA CARDELLINI cioè l’infermiera Sam di E.R.? Le vie di Matt Weiner sono infinite.

 

Gli altri hanno cambiato look, e in genere il cast maschile si scopre ipertricotico a colpi di baffuna e basette (Abe, il fidanzato fantoccio di Peggy, sembra Scrocchiazeppi appena uscito da una sparatoria col Bufalo e il Libanese). Peggy, chi ha detto Peggy? La nostra “Shiny Little Draper”  lavora altrove, assieme a gente che non sa manco la differenza “between wich part’s the idea and wich part’s the execution of the idea”, passa la vigilia di Capodanno assieme al suo vecchio amico Stan e, non so voi, ma qui dobbiamo trovare un modo per fare incontrare le due rette. Urgono incroci. E, a proposito di urgenze: Joan.

 

- What do you want for this year?
- I want to stop doing this
- I know

 

 

Elvis Presley, Hawaiian Wedding Song:

 

 

 

When will you die?

Posted: 09 Apr 2013 02:22 AM PDT

Non è bello quando qualcuno ti chiede “Quando muori?”, anche se ti chiami Margaret Thatcher e sulle spalle porti il peso di molte decisioni discutibili che, secondo alcuni, furono causa di altre decisioni discutibili, via via fino all’incubo di oggi.

 

miss_maggie_single

 

 

Bon, è morta Margaret Thatcher e il giochino è scoprire quanta gente ce l’aveva su con lei al punto da infilarla in una canzone assieme a parole come, appunto, “muori”. A parte il buon Morrissey e i Pink Floyd, molti altri. Repubblica e l’Unità hanno fatto un bignamino (meglio l’Unità, ci sono anche i film) ma entrambi hanno lasciato fuori una canzone francese.

 

 

Miss Maggie, del cantante Renaud, scritta nel 1985, qualche settimana dopo la tragedia dell’Heysel, vendette all’epoca un milione di copie in terra francese (ma ogni cosa, quando vai a scartabellare tra la polvere, vendeva un milione di copie).
A Londra la pigliarono ammale, ci furono grandi proteste, frizioni diplomatiche e i tabloid inglesi ebbero buon gioco a riprendere i loro “refrains francophobes“. Un compositore, tal Jeremy Nicholas, fece una parodia dell’inno francese infilandoci parole come ‘Waterloo’ (ma è sempre così: Francia e Inghilterra non sono mai stati amici. Di più, si odiano. E ogni occasione è buona per rinfocolare questa antipatia che, agli occhi di un italiano, fa venir voglia di dire “Continuate, vi prego”) (La sola cosa più buffa di un francese che parla inglese è un inglese che parla francese).
Comunque. Il cantante Renaud si giustificò dicendo che “Ma chanson n’attaque pas le peuple anglais. En revanche, je suis ravi de blesser la mère Thatcher“.
Per far passare meglio il concetto, decise di incidere anche una cover in inglese, con esiti, diciamo, buffi (“zet ùmen”): 

 

 

 
 

 

 

Appunto, il concetto. Nel testo il cantante Renaud dice, in poche parole, che nessuna donna sulla faccia della terra può essere più imbecille, guerrafondaia, disonesta, assassina di suo ‘fratello’, a parte, forse, Margaret Thatcher. Insomma, un pezzo su “Viva le donne che sono più buone e non vanno in guerra”. A parte che, la tenerezza, davvero, ma io su Margaret Thatcher alla fine della fiera penso due cose:

 

uno) che molto odio si è concentrato su di lei proprio in quanto donna, nel senso che le donne sono più gentili, lo sanno tutti, e certe brutte cose non le fanno, quindi se le fanno è come se le facessero due volte (vale per i capi di stato, per Angela Merkel e anche per la tua capa al lavoro che tanto ti fa soffrire, “quella troia“)

 

due) che Margaret Thatcher è stata la prima nella storia di cui si è potuto dire “Ehi, ma guarda che persona stronza”, esattamente come se al suo posto ci fosse stato un uomo, e nonostante fosse donna. Non so voi, ma a me pare una bella conquista da lasciare ai sussidiari.

 

(E comunque il pezzo più bello su Maggie era di Sinead O’ Connor. Chissà se Sinead se ne rende conto, di quello che ha gettato alle ortiche).

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