giovedì 12 settembre 2013

TuttoFaMedia

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Squadra Antimafia 5×01- Venne il giorno che le dissi: Tu Palermo non mi basti

Posted: 12 Sep 2013 07:02 AM PDT

squadra-antimafia-5

 

Per il ciclo “Se Mediaset ha bisogno, Palermo e la Sicilia non si tirano certo indietro”, eccoci all’ennesimo settembre delle nostre lupare. Ma c’è Sicilia e Sicilia, lo sanno bene Valsecchi, Dazieri e tutta la Duomo. Torna Squadra Antimafia, il nostro fumettone iperrealistico preferito, e cambiano un poco di cose: da Palermo ce ne andiamo a Catania e le squadre adesso sono due. Nuovi sbirri, nuovi mafiosi ma sempre qualcuno che scappa: Rosi Abate.

 

 

Sono le sette meno un minuto del mattino. A Palermo un’altra giornata di miciddi e ammazzatine è pronta per cominciare. Sul comodino un superalcolico e una pistola, non si sa mai. Squilla il telefono. È Palla: Calcaterra oh, ma ancora  dormi? Arruspigghiati, ci sono dei mafiosi a via Ruggero Settimo che stanno scappando! Calcaterra, con le cispe negli occhi: L’ho sognata ancora, Palla!

 

(Ah, quindi era un sogno? Adesso Bobby esce dalla doccia e dice a Pamela: Ciao cara, ho voglia di ammazzare J.R., mi dai una mano?)

 

No, non è un sogno. Cioè sì, è un sogno, ma è successo tutto veramente. La donna, il sogno e il grande incubo. Una donna ha salvato Calcaterra dalla botola e l’ha tirato fuori. Il punto è che Calcaterra, per gli amici MIMMO, non ricorda nulla. Chi era questa donna? CHI? Rosi Abate? Claudia Mares? De Silva con la parrucca rasta?

 

Villetta a pizzo sul mare in una località segreta a nord della Sicilia. Protetto da ficurigna e sbirri, un ignaro bambino di nome LEONARDINO ABATE gioca ai pupi e ai pupari, giusto per intonarsi all’ambiente. Un uomo, il nostro Mimmo Calcaterra, già tutore legale assieme alla Mares del piccolo Leonardino, in attesa che sua madre Rosi Abate boh (uscisse dal carcere? Uscisse dalla latitanza? Uscisse di senno?), insomma Calcaterra vuole molto bene al piccolino e appena lo vede gli porta un regalo: UNA PISTOLA. Scherzavo Leonardino! Ti ho portato il pupazzetto dello sceriffo ammazzacattivi, sei contento? Andiamo a giocare al faro! Ma siccome le cose non possono filare lisce, arriva un COMMANDO che, tra bombe a mano e silenziatori, fa fuori tutti gli sbirri e altre tragiche comparse che passavano di là. Calcaterra, che NON è fesso, se ne accorge e decide di affrontarli. DA SOLO. Leonardino, tu aspettami qua.

 

Calcaterra scende al piano di sotto e, per non saper né leggere né scrivere, viene subito ammanettato al termosifone da un, si suppone, mafioso. Si apre la porta, entra un altro, si suppone, mafioso, si leva il passamontagna e, sorpresa, è quel GRAN PEZZO DI STICCHIO di Rosi Abate. Leonardino, disubbidiente come tutti i bambini d’onore che si rispettino, ha assistito alla scena e si tuffa tra le braccia della madre. Rosi: non ti scantare figghio mio, stiamo solo facendo uno scherzo a questo PINNOLONE di Mimmo. Poi, mentre Leonardino se ne va in macchina col mafioso, Rosi si avvicina a Calcaterra: a proposito di PINNOLONI. E si getta sul pacco di Mimmo con un volo a planare.

 

Calcaterra: ma che cazzo fai, mi tocchi la MINCHIA? Rosi: ma perché non posso? Che fai, vorresti per caso FARMELA PAGARE? Nel caso, io avrei un’idea. E gli infila la lingua in bocca. Dopo trenta secondi di limone durissimo, Rosi, tenera, fissa Calcaterra con gli occhi a forma di pompino innamorato: andiamocene dove non ci conosce nessuno, ricominciamo daccapo, facciamola finire adesso, dopo manco un quarto d’ora, ‘sta fiction di mafiosi fessi! Calcaterra: sì, e poi chi glielo dice a Valsecchi e Sandrone? Rosi: mi stai dicendo che preferisci Valsecchi e Sandrone a QUESTA? E gliela sbatte in faccia facendogliela odorare copiosamente. Poi si stacca e, in ossequio alla nomea di MEGLIO PROFUMIERA di tutta la trinacria, se ne va buttando un gas lacrimogeno, non prima di aver chiamato la Duomo: ti sto salvando la vita coglione di un Calcaterra! Io minnivaio, n’amu visto.

 

Dopo un rapido tragitto From Santa Flavia to Bagnara Calabra passando per la Salerno-Reggio Calabria, Rosi e Leonardino arrivano a Ciampino. Stanno per prendere un volo per Caracas e buonasera a tutti. Rosi ha una parrucca bionda che la rende meno riconoscibile ma di certo non meno fottibile, e se ne rende conto anche il fido scagnozzo Alfonso: Signora, lei non lo sa, ma a me le bionde me la fanno ATTISARE in mezzo secondo. Rosi, lusingata da questa dichiarazione di stima, sorride annuendo e si avvia verso il check-in. Stringi sullo scagnozzo Alfonso che SBAVA sul culo di Rosi Abate.

 

Al check-in tutto sta filando per il verso giusto finché Leonardino, ancora piccolo ma già capace di ficcarsi in un pasticcio dietro l’altro, viene rapito – di nuovo? – questa volta da un losco figuro, STRABICO. Rosi si accorge della scomparsa e comincia a fare come una pazza. Entra nel bagno dei maschi – Ehi, un poco di rispetto!, qua c’è gente che sta pisciando! – cerca nei cestini dell’immondizia, niente: Leonardino è sparito nel nulla. Buttana Eva, qua qualcuno muffettone fu! Se la piglia con il povero Alfonso: tu! Tu e quei catanesi di merda dei Ferro mi avete tradito! Alfonso nega con decisione: Ma che dice Signora! Noi onesti fummo! E ora ce lo dimostro!

 

Intanto il PIETRA sta facendo fisioterapia con una MASSAGGIATRICE professionista. La massaggiatrice, che è bona, gli intima di non tornare a lavorare in mezzo ai mafiosi: Sei caduto dal quinto piano, è già tanto che non stai su una sedia a rotelle, devi riposare. Pietra, ferito nell’orgoglio: Dicevano pure che avrei smesso di ficcare, e invece me la fido ancora, e TU NE SAI QUALCOSA. La massaggiatrice: vabbé io ti ho avvertito, fai come ti pare, io me ne vado da mia madre a Catania.

 

Montanari Ferro

Io stavo cor Libbbbanese!

 

 

Catania speaking. Lo scagnozzo Alfonso, siamo già alla mattina dopo, piazza Rosi da una sua amica ALBERGATRICE, e poi va a casa di Achille Ferro, figlio rampante di Oreste Ferro, amico del padre di Rosi Abate. Achille è il classico tipo DROGA BUTTANE E PISCINA, e incarica Alfonso di andare a fare una consegna di un chilo di cocaina, ‘sennò ti ammazzo’. Calcaterra e TUTTA la Duomo, imbeccati da Dante Mezzanotte, seguono Alfonso e piombano su di lui durante la consegna della DROGA a una tossica di merda. Solo che la tossica di merda in realtà è la vicequestrice aggiunta Lara Colombo e Calcaterra e tutta la Duomo hanno appena mandato affanculo un’operazione di copertura di svariati mesi. Seguono male parole e, soprattutto, ammazzatine: Lara uccide lo scagnozzo Alfonso e tanti saluti a Rosi Abate.

 

In questura le due squadre di sbirri fanno amicizia - ‘SUCA’, ‘SUCA cchiù FORTE‘ – e scopriamo che Lara Colombo sta lavorando sotto copertura in Sicilia da pochi mesi (Coprivi tutta la Sicilia? Beh, che problema c’è?): Sai Calcaterra, un giorno ero a Partinico, vicino a una botola, e c’era un coglione che urlava AIUTO! AIUTO! e l’ho salvato. Calcaterra: no! non ci credo! Quel coglione ero io, che coincidenza! Il mondo è davvero piccolo! Lara: e questo si chiama RINGRAZIO, si chiama? Io ti salvo la vita e tu mi mandi a troie l’indagine?

 

(A parte gli scherzi, Sandrone, questa cosa di Lara-che-passava-di-là ce la devi spiegare per bene, mi raccomando. Mi va bene tutto, anche De Silva che ha fatto l’operazione a Casablanca e poi è andato a lezione di catanese da Nicole Grimaudo, o Ilaria Abate resurretta e ricastata, ma non lasciamola cadere così. Grazie).

 

Insomma, com’è come non è, non bastasse mezzo cast di Romanzo Criminale in salsa Agrodolce, alla questura di Catania ci sono due vecchie conoscenze di Calcaterra: il mitico questore LICATA e l’ancor più mitico CAPUTO. Caputo è sempre pimpante e ora è in squadra con Sciuto (Sciuto e Caputo) (spin-off, subito). Tutti insieme con un unico obiettivo: trovare Rosi, trovare Leonardino e MACARI arrestare questi mafiosazzi dei Ferro. Andiamo, picciotti! Andiamo, carusi!

 

Rosi Abate

Cu fu! Cu fu! Voglio sapere cu rapì mè figghio!

 

 

‘Rosi Abate è la persona più furba che conosco’. E infatti Calcaterra ha ragione, Rosi è furbissima e riesce sempre a cavarsela. Eccola che scappa e corre. Rosi Corre. Corre nei vicoli di Catania, e corre nel vigneto di Oreste Ferro. E gli sbirri? Gli sbirri provano a inchiodare Oreste Ferro. Calcaterra: chi ha rapito Leonardino! Sei stato tu? Parla o ti denuncio! Ma  Oreste è uomo di panza: tutto scantato sono! Guarda che io c’ho un codice che dice che i picciriddi non vanno mai toccati, u capisti? Poi Ferro se ne va con un avvertimento a Calcaterra, tipo quelli che lanciano i mafiosi, vah: Stai attento a Catania, è come certe donne…Sembra facile ma è piena di insidie. Mentre la mdp insiste – troppo – sul volto di Lara, Oreste si congeda: Salutamu a lorsignori!

 

(Oreste Ferro è il bravo Luigi Diberti che una volta conobbi sulle scale di un condominio di Roma, quando lavoravo a-quelle-robe-là, ma Diberti non è catanese. La moglie di Oreste Ferro invece sì, ed è l’attrice che parla meglio catanese di “tutte le attrici che parlavano catanese”. Sarà la vocal-coach di Ana Caterina Morariu, non lo so, ma quando ha detto “ERANO TUTTI INFRUGGHIUTI ca ciccavano! Chi ghiunnata d’infennu“, ho aggiunto macari un’altra tacca ai motivi per cui vale la pena guardare Squadra Antimafia).

 

 E a proposito di gente tutta infrugghiuta. Rosi Abate va a casa di Achille Ferro, che una volta era il Libanese e ora è U Catanisa: Rosi, che piacere. Non c’era bisogno di scomodare mio padre, potevi venire direttamente da me. Rosi: non vi volevo disturbare. Achille: Rosi, ti prego, dammi del tu. Cosa posso fare per te? Rosi: ho bisogno di un favore. Achille: me l’avevano detto che eri un gran pezzo di sticchio addumato, ma non pensavo fino a questo punto. Che fa, me la fai dare subito una ciaratina? Rosi: tu aiutami a trovare mè figghio e ne possiamo discutere.

 

Fine prima puntata.

 

*La Sicilia nel destino: Canale 5 si affida alla Mares e alla Ares
*Rosi Abate dentro sei tutta marcia ma fuori sei proprio un pezzisticchio
*11 motivi per continuare a guardare Squadra Antimafia 4

 

 

 

Era anche il cantante della sigla della Donna Bionica

Posted: 12 Sep 2013 06:22 AM PDT

Jimmy Fontana

 

Con Jimmy Fontana se ne va il cantante de Il Mondo, una delle tre canzoni più belle della storia della musica leggera italiana di quegli-anni-là (la seconda è Il cielo in una stanza, la terza fate voi). Scritta da Gianni Meccia e Gianni Boncompagni e arrangiata da Ennio Morricone, Il mondo è stata cantata da chiunque, e in tutte le lingue (anche in francese, da Hervé Vilard: Un monde fait pour nous). La sola cosa che mi sento di dire a proposito de Il Mondo è che non è invecchiata per niente e fa ancora sognare ad occhi aperti: se non ti fossi trasformato in un osceno ammasso di cinismo, saresti d’accordo con me.

 

Per un blog come questo, e non solo, Jimmy Fontana però significa un’altra cosa, e cioè la sigla della Donna Bionica, Bambola Bambina. Una sigla che, a un primo livello, non c’entrava niente con il telefilm in questione (ma perché ce n’erano altri, di livelli?) (e non dite che funzionava così, a quei tempi: Mare profumo di mare c’entrava eccome con Love Boat) e che lascia sempre stupefatti per l’ermetismo del testo di Franco Migliacci: tichitichitì e tichititichità /Oh che bambola bella/ baby doll oh che bella che è / oh respira e cammina baby doll / oh sospira per me oh baby doll. Ciao Jimmy:

 

 

 

 

 

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